
Nonostante la copertina lasci presagire il tipico distacco freddo e "norvegese" tipico del black metal nord-europeo, ci troviamo - invece - di fronte ad uno degli album più brevi e sporchi di quella frangia dell'hardcore molto sconosciuta (e spesso anonima - per intenderci, molte di queste band non riescono mai ad uscire dall'underground, dove è lì che nascono e muoiono) che molti chiamano "crust". Tredici minuti di marciume in scatola pronto da essere consumato fino al sanguinare delle vostre orecchie.
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