La splendida voce di Aaron Bedard (a metà fra il solenne e l'incazzato) non è per niente virtuosa, nè da conservatorio. Ma come tutte le leggende che si rispettino, è riconoscibile fin dal primo ascolto. E le leggende - è ormai risaputo - sono destinate a durare in eterno. Ed è proprio per questo motivo che mi limiterò a terminare qui questa recensione, per il semplice motivo che finirei per dire sempre le solite inutili cose per elogiare un album per spingere a scaricarlo, e in questo caso non mi sembra per niente necessario. Un capolavoro, fine del discorso.
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